Gianfranco Brebbia nacque a Varese il 2 maggio 1923. Conseguiti gli studi presso la scuola Salesiana di Milano, all’età di 20 anni, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu internato in Svizzera, dal 1943 al 1945. Durante l’internamento imparò il lavoro di sartoria, attività che continuò successivamente, dopo essere rientrato in Italia. Il contatto con la natura della terra elvetica gli conferì un gusto particolare che si riscontrerà nelle sue opere cinematografiche. Brebbia, fin da giovanissimo, si dedicò alla Fotografia e, solo nel 1962, realizzò il suo primo filmato con la cinepresa Bolex Paillard Reflex H8. Da quel momento, la sua cinepresa divenne parte integrante della sua vita.
Varese fu uno dei suoi soggetti preferiti: ne documentò il vivace fermento artistico degli anni Sessanta e denunciò il boom edilizio che distrusse edifici d’epoca nel centro della città.
Nella seconda metà degli anni Sessanta, Brebbia fece parte della Cooperativa di Cinema Indipendente di Roma.
Questo incontro sviluppò ed incrementò ulteriormente il suo spirito di ricerca e di libertà espressiva, portandolo a realizzare oltre 140 film sperimentali (ritrovati in Archivio solo 45).
Negli ultimi anni della sua vita si dedicò all’arte figurativa, componendo quadri con tecnica a collage, tecnica tipica della Pop Art.
Scomparve improvvisamente a Varese, il 7 gennaio 1974, all’età di cinquant’anni, lasciando un prezioso archivio cinematografico custodito dal dicembre 2015 presso l’Archivio Storico della Cineteca Italiana di Milano

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