ARCHIVIO DEI FILM DI GIANFRANCO BREBBIA

Nell’Archivio di Brebbia sono state ritrovate quarantacinque opere. Alcune di queste perfettamente conservate nelle loro scatole originali, altre conservate in custodie di plastica.

L’elenco dei film1 riportato, descrive tutte le opere presenti nell’Archivio di Gianfranco Brebbia.

Inoltre sono presenti sette bande magnetiche.

Le pellicole, convertite in DVD, sono commentate secondo un’interpretazione della scrivente.

I testi tra virgolette sono stati scritti dall’Autore.2

Tutti i film qui elencati sono conservati presso l'Archivio storico della Cineteca di Milano dal dicembre 2015 per un deposito realizzato dalla famiglia Brebbia.

N. 2 Gio e Paola

Durata 00,50’.

Il film non presenta la custodia originale e non porta data né commento.

Ritratti delle figlie Paola e Giovanna di Gianfranco Brebbia.

N. 4 Il bianco si addice a Paola (1965)

Il film non presenta la custodia originale e non porta data né commento.

Il film è dedicato alla Prima S. Comunione della figlia Paola.

N. 18 Identificazione

«Realizzazione genn.- maggio 1965.

Interpreti: Lo Scultore Angelo Pozzi

Il Padre Giovanni Pozzi

La Mamma Marta Pozzi

La Fidanzata Giorgia Medusi

Riprese esterne INDUNO OLONA

interni VARESE

Film a soggetto-Sonoro banda su pellicola-Velocità di scorrimento/24/fotogrammi al secondo-durata di proiezione minuti 15-

Pellicola Kodakolor».

Dedicato allo scultore Angelo Pozzi nella sua officina mentre lavora i metalli per le sue scuture.

N. 24 Man 2000 (1968)

«Massimo Crevani per Brebbia. (Copia)»3.

Film in custodia gialla dove Brebbia scrive:

«24 fotogrammi MAN 2000 68 CREVANI NEW YORK». All’interno dell’astuccio scrive: «Più

lungo-altra copia incidente in proiezione PER BREBBIA».

N.25 L’eccesso (1965)

«chi corre ci resta chi non corre ci muore».

Film a soggetto, “Giorgino” amico che corre in macchina e Brebbia sulla Fiat 500, immagini alla Schiranna, lago di Varese.

N.28 NA 881966 N.1° (1966)

Documentario su Napoli, Marechiaro e Pompei. Compaiono Brebbia e la moglie Adele.

È la prima parte di un altro filmato non recuperato, n. 29 del catalogo.

Sonorizzato su banda magnetica.

  • Si ritrova nastro magnetico dal titolo “Un po’ di lei 1966 Napoli” sul retro dell’astuccio Brebbia scrive “Temi Giovanna Mono 4 piste”. Probabilmente è il sonoro del film NA 881966 del 1966.

N. 31 Dove sono i registi (1967) -15’

«chi li cerca non li trova, chi li ha trovati sarà sottoposto a dure fatiche».

Pellicola B/N-Sonoro a parte.

Sull’astuccio della pellicola l’Autore scrive:

«Oggi arrivare al successo ci vuol nulla

ma il successo è di pochi.

C’è chi sogna di giungere al successo

il mitomane»4.

  • Banda magnetica di Dove sono i registi ritrovata senza custodia.

  • Banda magnetica Dove sono i registi in astuccio di cartone.

Brebbia scrive sulla bobina del nastro magnetico:«1) New Orleans buono – Astrong 2) LP Baker Gezz Modern parte Astrong». Sul retro della bobina scrive:«2) buono

N. 32 Polemizzando in bianco e nero (1967) - 30’

Una denuncia sulle opere di costruzione moderne a discapito degli edifici antichi.

Il film si svolge a Varese e presenta la distruzione di alcuni edifici del centro storico di Varese durante il Boom Edilizio degli anni Sessanta. Il tono è estremamente polemico.

N . 34 Amore in antitesi ( 1967) -16’

Girato al Campo dei Fiori di Varese. Antitesi tra amore profano di giovani coppie e amore sacro delle suore di clausura. Realizzato con teleobbiettivo. L’Autore scrive sull’astuccio della pellicola: «Tutte le scene esistenti in questo film sono state girate dal vero, nessuna immagine è stata creata artificialmente, perciò le riprese effettuate con teleobbiettivo a distanza, hanno permesso che i personaggi si muovessero con la massima convinzione di non essere registrati da una cine camera».

N. 42 Extremity n.2 (1968) - 15’

«Esperimenti filmici-incandescenza, filtrare il sole-riprendere, attraverso la finestrella di un proiettore che funziona, solidi geometrici rotanti e riflettenti raggi colorati».

E’ una copia.

Primi piani della figlia Giovanna.

N. 49 So that’s that (1968) - 15,43’

«un film da vedere in moviola-però si vede abbastanza bene anche in proiezione purché il proiettore sia un poco guasto e zoppicante».

Copia - realizzato al Sacro Monte di Varese - Protagonista la gente in gita e preti.

N. C/50 Deserto in luce solare (1969)

«super 8- colore (copia)

Autore Gian Franco Brebbia

CCI-ROMA-film n° C. 50

Copia film originale

Girato a Varese il 15/10/69

Velocità di scorrimento 18

Nastro sonoro a parte.

velocità di scorrimento 9,5 stereo

lunghezza m38».

La musica elettronica, con ritmi tribali, accompagna le immagini con sovrapposizioni di colori.

Un dito incide i colori a olio su una tavola, creando solchi geometrici.

Primi piani del pittore Sandro Uboldi, alternati a giochi di luce.

  • Banda magnetica di Deserto in luce solare.

Il film è stato riprodotto su DVD con utilizzo di sonoro ritrovato su nastro magnetico, come indicato dall’Autore.

Riporto un commento di Federico Rossin:

« Deserto in luce solare: film selvaggio e primitivo, quasi un'esplorazione della superficie lunare, con le sue rughe, anfratti, impasti di colore e sabbie. Il suo aspetto "artigianale" ha mantenuto salva la sua freschezza gestuale».

N. 52 UFO (1968)

È una copia.

Il film documenta l’happening UFO oggetti volanti, che si svolse nel 1968 sulla collina di Monte Olimpino5 La manifestazione fu organizzata da Bruno Munari e da Daniela Palazzoli (allora direttrice della rivista BIT) che compaiono nel film.

Il tema della manifestazione è rappresentato da oggetti artistici volanti.

All’interno dell’astuccio si ritrova la fotocopia di un articolo di giornale, che trascrivo, dal titolo :

Monte Olimpino - All’«Happening» degli oggetti volanti

IL SERPENTONE DEL PITTORE RESTA A TERRA

di Marisa Rusconi

Monte Olimpino, 13 ottobre 1968

Tutto incomincia come una grande scampagnata di fine estate, coi bambini impazienti che corrono sul prato, eserciti di formiche che assaltano i panini col salame, qualche giovane coppia sdraiata sull’erba. Ma poi qualcuno tira fuori dai bauli delle utilitarie strani strumenti, pezzi di carta, di tela, di plastica, oggetti indecifrabili, ma con tanti colori. E ancora non si capisce se è un gioco o un lavoro. O uno o l’altro. Ma una cosa è certa ormai: non si tratta di un pic nic come tanti nella campagna lombarda, fatta più dolce e struggente dall’autunno. Stiamo infatti assistendo alla prima manifestazione italiana UFO (dall’inglese, Unusual Flyng Objects, oggetti inutili che volano), ossia al primo incontro di creatori di oggetti che si staccano dalla terra «escluse le macchine da guerra e i volatili del regno animale».

Il prato è anfiteatro naturale della collina di Monte Olimpino, vicino a Como. «La tendenza a staccarsi dal suolo è sempre stata insita nella natura umana, ma oggi si è esasperata, oggi la schiera degli antigravitazionali è più vasta. Per questo abbiamo ideato una rassegna di cose che volano, partendo dalla più semplice sfida dell’uomo allo spazio, l’aquilone», dice Bruno Munari, grafico, designer e condirettore accanto a Marcello Piccardo, della Cineteca di Monte Olimpino che insieme alla rivista d’arte «BIC», ha organizzato questa sfilata volante». L'idea è nata anche dalla grande manifestazione «Air Art», promossa dal critico Villoughby Sharp, lo scorso dicembre negli Stati Uniti.

Ma qui non siamo nel paese degli astronauti, qui non c’è un cielo adatto a capsule «Apollo 7» o a missili «1B» e tutto prende una dimensione più casalinga e familiare, forse più umana; tutto diventa soprattutto improvvisazione, calore, gioco estemporaneo, forse happening. E se non c’è un filo di vento si fanno venire dal paese ragazzotti che traineranno gli aquiloni con le loro motociclette (la prossima rassegna si farà forse ad Albisola, saranno le barche a dare la spinta e l’aquilone diventerà idrovolante). E se la preparazione al volo richiede un lavoro collettivo, ecco creatori di oggetti e spettatori che si mettono a gonfiare palloncini con la bombola a idrogeno e a incollare pezzetti di tela.

Quasi tutti i partecipanti sono artisti. Carlo Mattoni e Sandro Uboldi, grafici e pittori di Varese, anziché piatti volanti mandano in cielo piatti di carta – proprio quelli da pic nic – con sopra strisce ricavate da un grande foglio, che poi ricadono con figurazioni varie (e i bambini che le raccolgono come se fossero volantini pubblicitari dovrebbero ricomporre il disegno originale).

Luciano Giaccari, notaio ma anche pittore, spedisce invece nell’azzurro una parola «Potere». Lettere giganti di leggero polistirolo, ogni lettera attaccata a un palloncino; così l’oggetto volante diventa una protesta, un manifesto (e potrà essere messaggio politico ma anche d’amore). I materiali gonfiabili fanno la parte del leone in questa rassegna: un pittore di Brescia presenta un tubo di trasparente e lungo trecento metri che attraversa prati e boschi come un serpente (ma non si solleva da terra perché la carica di idrogeno si rivela insufficiente).

L’aquilone tradizionale – quello della nostra infanzia e della poesia di Pascoli – è uscito invece dalle mani di Pietro Gatti, insegnante di scuola media, venuto da Savona. Sotto il suo triangolo di tela ha attaccato però una macchina da presa per sperimentare un nuovo sistema di cinefotografia aerea.

«Questo è solo un incontro-prova, per chiarirsi le idee sulle manifestazioni future; ma rappresentano ache un’indagine per il film che la nostra cineteca sta per realizzare: tema, tutti gli oggetti che si staccano dalla terra», dice Munari. Nel cielo, già stinto dal crepuscolo, si sta alzando un grande fiore di palloncini con il lungo stelo di plastica, l’ultimo oggetto volante di una rassegna un po’ pazza.6

N. 59 (B/59) Fumus Art (1969) 25’

«Il fumo era l’aggancio, gli artisti erano gli autori di fumo-quasi la cinepresa mi scoppiava fra le mani, l’ho fatta ripassare tutta dal tecnico».

Sulla confezione della pellicola si legge il testo scritto dall’autore:

«FUMUS ART 30-3-1969. Studio 970 2-Varese

Uboldi S.- Ravedone F.- Giaccari L.-Mattoni-Tobas C.-Palazzoli D. ecc.

Film Kolor Kodak-velocità di scorrimento 18 fotogrammi-viraggi con filtri-giallo-verde-gialloverde-

Fotogrammi singoli, sovraincisioni, solita improvvisazione aritmica/sensoriale.

Passaggi di macchina cavalletto/manolibera.

Diaframmazione istintiva; esclusione cellula fotoelett. Ottiche: 5,5-zoom 8/36-tele 150, torretta mobile con 2 obbiettivi 5,5/150, spostamento d’obbiettivo a mezza luna.

Lente di plastica inizio film (Ravedone). Intermittenze con nero-escluso il montaggio in moviola eccetto il titolo. Tempo di realizzazione (riprese) dalle ore 15 alle ore 22, notturno sovrainciso/luce solare dalle ore 15

alle ore 19.

Pellicola americana scaduta da una settimana».

Il film documenta una giornata a Varese a Luvinate in occasione dell’happening “Opere di fumo”, organizzate da Luciano Giaccari (Studio 970 2 di Varese). Tra gli artisti presenti: Hidetoshi Nagasawa, Christian Tobas.

Tra i presenti compaiono la moglie Adele e la figlia Paola di Brebbia.

N. 60 Anno 2000 (1969)

«-45’- la storia continua continua continua».

L’era spaziale è cominciata, ma il progresso non fa prevedere nulla di positivo nell’anno 2000.

Sonorizzato con pista sonora su nastro magnetico (stereo).

  • Banda magnetica di Anno 2000 (stereo).

Il film si svolge a Varese nel centro città.

N. B/60 Anno 2000 - 2° Parte (1969)

Il film, di proprietà di Luigi Gatta, è stato donato a Giovanna Brebbia nel luglio 2015.

È una continuazione di Anno 2000.

I quattro film che seguono hanno la prima parte del titolo uguale, Idea assurda per un filmaker. L’autore riferisce una proiezione in contemporanea di due pellicole su doppio schermo (expanded cinema). Idea assurda per un filmaker. Luna è dedicato all’allunaggio del 1969 e gli altri sono dedicati a tre donne: Matilde, Germana e Ester.

Sono film molto amati da Brebbia, che proiettava frequentemente e che forse più lo rappresentano.

N.61 Idea assurda per un filmaker - Matilde (1969)

Protagonista Matilde Giaccari. Riprese sovrapposte con filtri colorati, come negli altri film con lo stesso titolo, ambientato in un prato.

N.62 Idea assurda per un filmaker - Germana (giugno- luglio 1969) super 8

Germana sul prato.

N.63 Idea assurda per un filmaker - Ester (agosto 1969) super 8

Immagini all’inizio della figlia Giovanna. Immagini di Ester con colori sovrapposti.

Riporto un commento a questo film inviato alla scrivente da Federico Rossin l’8 giugno 2015:

« Idea assurda per un filmaker. Ester: gioco di figura-sfondo-figura, vicino a certe cose di Markopoulos, con il suo far abitare il paesaggio da un volto, un'immagine che è memoria di un luogo e scavo di una visione».

N. 64 Idea assurda per un filmaker - Luna (Luglio1969)

Roccia di Pila. Allunaggio TV. Sovraincisioni su pellicola nella parte finale.

«n.2 bobine da proiettarsi in parallelo - 15’ più 15’- l’uomo che avanza sino a raggiungere la luna e viceversa».

Riporto un commento a questo film inviato alla scrivente da Federico Rossin l’8 giugno 2015,:

« Idea assurda per un filmaker. Luna: vicino ai coevi film di Alfredo Leonardi, tra una nascente sensibilità pop, echi psichedelici (Scott Bartlett), desiderio di sfuggire alle maglie che imprigionano la realtà e camminate verso un'altra dimensione del visibile».

N. B/73 Il cugino - 1970- B/N muto

«In suo ricordo, era iuventino».

Sulla scatola scrive: «Angelo de Giorgi - Biumo Inferiore».

Vecchie foto di parenti, sovrapposte a immagini di Biumo Inferiore, Varese.

Immagini di un bambino e di un adulto, sovrapposte a riprese delle case e vicoli di via Garibaldi a Varese, luogo di nascita di Brebbia. Biumo è il rione di Varese dove Brebbia è nato.

N. B/75. Zambella-Rimini (1970)

Brebbia scrive sull’astuccio del film:« Zambella Toros - luglio – 69

Film n.75

Rimini - 1970 15-27. 8

In una prima parte Brebbia si cimenta come attore, creando situazioni comiche, nella località Zambella7 di Varese.

La seconda parte, è dedicata alla città di Rimini, luogo di villeggiatura dell’autore, negli anni Settanta.

N. 78 Ho fatto un film 1°-1970- Colore, muto.14’.

«Improvvisazioni sulla mia città».

Immagini del lago di Varese e della città. Panorami delle montagne. Qualche fotogramma ritrae Brebbia in macchina, autoritratto. Uso di filtri colorati.

N.79 Ho fatto un film 2°-1970- Colore, muto. 15’.

Come il precedente dedicato a Varese. Infatti nel titolo di coda scrive: «Ho fatto un film a Varese».

Ritrae i Giardini Estensi, in particolare la fontana e il trenino di Villa Mirabello, e il Lago di Varese.

N.81 Turi

La Cineteca Nazionale di Roma, Anna Licciardello, ha inviato nell’aprile 2015 a Giovanna Brebbia una copia dvd del film Turi del 1970, di Gianfranco Brebbia donato dallo stesso prima della sua scomparsa all’amico Giorgio Turi che ha sua volta l’ha donato alla Cineteca Nazionale.

Film di proprietà della Cineteca Nazionale di Roma.

N. 84 Mamma via Albuzzi - agosto 1970 - B/N m. 28

Il film è dedicato all’anziana madre Giuseppina, ritratta sulla soglia della sua abitazione in via Albuzzi, a Varese.

N.88 Terra (1971), a colori. 20,48’.

Sull’astuccio del film Brebbia ha scritto:

«PASSERO +++ PANORAMA

AUTORITRATTO

DA GHIGGINI MOSTRA FOTO

GRAFICA DA VECCHI E DOCUMENTI

GENTE – AUTORITRATTO –

UNA VARESE VELOCE

AUTORITRATTO

PER X

LA FAMIGLIA BOSINA DI

VARESE

PECCATO NON AVER

GIRATO L’INAUGURA_

ZIONE».

Il film è stato realizzato durante una mostra di foto e stampe alla Galleria Ghiggini di Varese.

N.90 Terra 0/0 (1972)

«Ripeto la faccenda dell’aereo ecc. (Si riferisce al film Terra del 1971): ho iniziato qui a svolgere temi oscillanti, come da un aereo che vola disequilibrato, l’effetto è sorprendente, hanno detto».

Immagini del Sacro Monte di Varese e Lago di Lugano.

N.90 Biumo (gennaio 1968) Durata 12.07’

È stato ritrovato un altro film numerato 90, senza custodia dal titolo Biumo. L’Autore ha scritto solo la data e il titolo del film sulla bobina.

Immagini di Biumo, rione di Varese dove è nato Brebbia. Riprese delle vecchie case di corte di via Garibaldi in contrasto con la costruzione moderna che ha sostituito l’antica casa di Brebbia durante il boom edilizio degli anni Sessanta.

N.91 Lumier mio (1972)

«Da vecchi film l’arrivo del treno e più sino al 10’ in singolo e filtri».

Sull’astuccio della pellicola è incollata una foto di Gianfranco Brebbia con un’espressione comica. Presenta tra le mani un foglio di giornale con un articolo dedicato a Lumiere dal titolo:

« CINEMATOGRAPHE LUMIER. LE FIGURE BALLARONO SUL GRANDE LENZUOLO».

Brebbia scrive sull’astuccio della pellicola:

« N.° 91 LUMIER-MIO

Girato nel gennaio 1970

Come han lavorato i maestri nel principio e mai possibile accorgersi oggi che il numero uno sia così poco conta da 100 ci sono solo 2 zeri in più – certo due zeri come in terra 0-0».

Il film contiene spezzoni di film d’epoca.

I film Terra 0/0 e Lumiere mio sono contenuti nello stesso astuccio di cartone.

N.96 Congresso (1971)

Sulla scatola della pellicola Brebbia scrive:

«Roma 1° Congresso PSDI. S. Pietro».

Documentazione del 1° Congresso del PSDI a Roma.

Immagini della città di Roma. In alcuni fotogrammi l’Autore riprende se stesso in piazza San Pietro.

N.105 Bet (1973)

«5,11’- film graffiato con effetti invisibili».

Pellicola incisa con fresa da odontotecnico e colorata a mano con inchiostro di china.

La pellicola è stata ritrovata senza astuccio.

Sulla bobina della pellicola Brebbia scrive:« 105. BET di Gianfranco Brebbia. 1-1-73 - 4-1-73».

Si presume che l’autore avesse dedicato un mese per la realizzazione della pellicola.

Riporto un commento di Federico Rossin:

« Bet: una specie di incrocio fra un film di Jim Davis, uno di Paul Sharits e uno di Pierre Hébert. Le lame di luce e i bagliori flou attraversati da graffi e striature danno forma ad un poema materico commovente».

N.106 Bazar (1973)

«-8’ - film graffiato con effetti sensitivi».

Nella parte finale immagini del film di Sirio Luginbhül Amarsi a Marghera del 1970.

Nell’archivio sono stati ritrovati in una busta di plastica due documenti inviati da Sirio Luginbühl a Gianfranco Brebbia: una lettera e la filmografia di Luginbhül dove vengono evidenziati i contenuti dei film che Luginbhül ha inviato a Brebbia per una proiezione. I documenti pocanzi citati sono stati posti nella busta contenente il film BAZAR.

Trascrivo la lettera dattiloscritta nella quale Luginbhül dice di avere inviato a Brebbia due suoi film e tra questi anche Amarsi a Marghera.

«Caro Gianfranco, ecco i film richiesti; sono molto vecchi e ridotti male; aggiungi, ti prego le code, e controlla le giunture e il sonoro.

CREPACUORE (1969) – 8 mm, colore, sonoro magnetico, velocità 16,22’ presentato nel 1970, al FILMSTUDIO DI Roma,(La Cappella Underground di Trieste, Galleria Barozzi di Venezia, Galleria “Il Cavallino” di Venezia, Galleria 42 di Bologna, Centro Universitario Cinematografico di Padova, Rassegna Sincron di Rimini, Il Teatro della Pantomima di Bologna

AMARSI A MARGHERA (1970) girato nel luglio 1970 in un deposito di scorie industriali di Marghera. Si possono notare tre piani distinti dal diverso colore: zona di polvere biancastra fortemente acida seguita da una zona lavica di scorie nerastre, zona verdeggiante di campagna degradante verso la barena, laguna azzurra in lontananza.

Temperatura circa 40°, durata della ripresa totale circa 2 ore.

(Sto preparando una nuova edizione del film a 16mm con attori diversi).

Rispedisci i film dopo la proiezione.

Ciao Sirio».

N. 109 50° ANNO-DI- BREBBIA (1973) - 13’.

Realizzato dall’Autore in occasione del suo cinquantesimo compleanno, il 2 maggio 1973. Realizzato nella casa di Brebbia con le figlie Paola e Giovanna, che per l’occasione si sono improvvisate attrici. Brebbia non aveva intenzione di festeggiare, ma loro l’hanno costretto, travestendosi e improvvisando una danza.

Compaiono le cinque dita dell’Autore a simboleggiare gli anni.

Brebbia scrive sulla scatola della pellicola:

«Visionato in casa mia con Maffina Rossana Aldo Panini il giorno 27-7-1973».

Sul retro della scatola scrive:

«50° ANNO DI BREBBIA.

Compleanno 2.5.1973.

Ero giù - Il morale in basso.

Avevo espresso il desiderio che non si facesse nulla per il mio compleanno - Ma loro hanno voluto farmi una sorpresa così come è registrato.

Mi costrinsero a girare e che scherzassi con loro.

-La mano- per finire gli ultimi metri-La volevo scura- è venuta chiara.

Le 5 dita- i 50 anni le 5 candeline.

-Giancarlo con noi 2. Ida e Pol. all’hotel Diplomat di Rimini - Dentro a quell’enorme salone tutto bianco-

Un ombrellone con frange.

La bandiera italiana».

N. 122 Spezzoni S. Bernardino- S. Comunione di Paola.

All’interno sulla bobina scrive: «Anna Rimini 1967».

Gita in montagna a San Brnardino. Compaiono la moglie di Brebbia Adele, l’amico Giorgino e l’amica Stefania. Ritratti di Brebbia mentre riprende con la cinepresa (196?).S. Comunione della figlia di Brebbia, Paola.

N.128 Rimini (aprile 1969)

«1° bobina ANNA».

Dedicato alla cugina Anna di Rimini.

Compare anche Brebbia sulla spiaggia di Rimini con la cugina Anna, la zia Mariuccia e la nipote Monica. Tono decisamente famigliare.

Riprese nella città di Rimini e in un castello forse di Gradara. Infatti compare un dipinto di Paolo e Francesca.

Ritratti di Brebbia e del cugino Gianni e di altri amici di Rimini, Piero e Marta.

N. 129 GIOCHI DELLA GIOVENTÙ (1969) - 15’- muto B/N

Palazzetto dello Sport di Varese- Partita di pallavolo. Compare la figlia Paola tra le giocatrici.

N. 129 Tobas.(1969).

Anche questa pellicola riporta il numero 129, con titolo scritto sulla bobina, senza custodia.

Vi sono immagini dell’artista Christian Tobas nel suo studio a Sesto San Giovanni.

N. 130 Elezioni (7-6-1970). B/N.

Scheda scritta su un biglietto da visita di Gianfranco Brebbia:

«ELEZIONI.

VIA RAINOLDI

VIA CAVOUR

RAGAZZI NEGOZIO

CASA INTERNI».

In Elezioni compaiono immagini del centro di Varese durante il periodo di campagna elettorale nel 1970, al quale Brebbia partecipò come candidato del PSU. Si vedono ragazzi nel negozio Brebbia, tra questi si riconoscono la figlia Giovanna e Claudio Panini. In qualche fotogramma si vede anche Brebbia.

Riprese di altre vie di Varese, via Rainoldi, via Garibaldi e via Cavour, dalla finestra dell’abitazione dell’Autore che osserva le persone che passeggiano. In finale la scheda di presentazione all’elezioni di Brebbia dove si legge: «mi sto annoiando e aspetto qualcuno che mi dia qualcosa da fare, quindi resto a TUA completa disposizione, se decidi di impegnarmi in qualcosa, amerei lavorare per TE».

N. 134 Le due femmine - (1970) B/N.

Ritratti di Gaby De Martini e della figlia di Brebbia, Giovanna.

Riunione in casa di Brebbia con amici.

FILMATI SENZA NUMERAZIONE

I film che seguono sono stati ritrovati senza numerazione.

  • Gio e Paola (febbraio 1971).

Gita in battello con immagini della moglie Adele e la cugina Anna.

Alla fine immagini della figlia Paola e Giovanna.

Ultimi fotogrammi ritraggono Brebbia.

Esiste anche la riproduzione in cassetta VHS.

  • Compleanno Paola (1967).

Immagini dedicate al compleanno della figlia Paola nella propria abitazione. Compaiono Brebbia, la moglie Adele ed alcune bambine amiche della figlia Paola.

  • Sipario (1968) B/N.

Ritrae la spiaggia di Rimini con particolari ritratti della moglie Adele e della figlia Paola.

Sulla busta della pellicola Brebbia scrive oltre i contenuti del film:« Buoni per sperimentali».

  • Nastro magnetico nella scatola originale. Colonna sonora del film La sfera (1964), film non ritrovato nell’archivio.

Musica elettronica.

  • Nastro magnetico dal titolo Fotball vela 966.

All’interno dell’astuccio Brebbia scrive:« 24.11.66 Telefonate e canzoni S. Remo».

Sulla bobina scrive:« Gezz New Orleans 1 buono 2 buonissimo».

Registrazione di musica Jazz e per alcuni minuti Brebbia imita Stanlio e Olio.

  • Pellicola vergine super 8 nella scatola originale. Da verificare perché compare la scritta N.128.

  • Si-Digli di no-Si

Nel luglio 2015 Luigi Gatta, amico di Gianfranco Brebbia, ha donato a Giovanna Brebbia un film realizzato da Gianfranco Brebbia dal titolo Si-Digli di no-Si.

Il film fu realizzato da Gianfranco Brebbia in occasione del matrimonio di Gatta avvenuto nel 1968.

Brebbia scrive sull’astuccio:

«SPOSALIZIO – GATTA – DETTOMA –

Velocità di scorrimento (24) fotogrammi

Metri 108 – formato pellicola 8 mm.

DURATA minuti 20. COLORE KODAK

Colazione consumata al RISTORANTE GALLO D?ORO di GANNA.

A parte nastro registrato alla velocità di 9,5 mono – pista , n°1

Prestando un poco d’attenzione si ode prima del fatidico SI del Sig. Gatta una vocina femminile che sussurra “digli di no” ma il Sig. Gatta evidentemente non ha tenuto conto ed esclama un fievole SI = = = = Auguri da parte mia l’AUTORE……».

  • Banda magnetica di Si-digli di no-Si.

È stata consegnata a Giovanna Brebbia da Luigi Gatta anche la banda magnetica dal titolo Si-digli di no-Si con la sonorizzazione del film.

  • Pellicola dal titolo: Spezzoni matrimonio Gatta 1970

REGISTRAZIONI AUDIO DI GIANFRANCO BREBBIA SU AUDIO TAPE

Nel dicembre 2014 è stata ritrovata, tra le cassette della scrivente, una cassetta audio datata 1969, contenente registrazioni di conversazioni telefoniche di Gianfranco Brebbia.

La cassetta presenta su un lato la scritta (realizzata da Gianfranco Brebbia):

«COMMENTO TELEFONATE CINEMA 5/69 1° parte».

sul retro: «FINE - 3/10/1969 TELEFONATE CINEMA 2».

La cassetta contiene registrazioni realizzate da Gianfranco Brebbia, contenenti conversazioni intrattenute dall’Autore per argomenti riguardanti la sua attività artistica e soprattutto cinematografica.

Le conversazioni registrate contengono colloqui con Gianfranco Baruchello, Silvano Colombo8, Paolo Isaia, Emilio Isgrò, Luciano e Maud Giaccari, Daniela Palazzoli e Sandro Uboldi9.

1

 Un elenco delle opere realizzate da Brebbia si trova nel Capitolo 4 del libro di Giovanna Brebbia, «Idea assurda per un filmaker». Gianfranco Brebbia e il cinema sperimentale degli anni Sessanta-Settanta. Analisi dei suoi film alla luce del suo archivio personale. Prefazioni di Fabio Minazzi e Mauro Gervasini, Mimesis, Sesto San Giovanni 2015.

2 Testi estrapolati dal libro Cinema Underground oggi, a cura di Sirio Luginbühl, Mastrogiacomo Editore, Images 70 Padova 1974, pp. 20-23.

3 Il film citato è stato realizzato con ogni probabilità dall’amico di Brebbia, Massimo Crevani che viveva a New York e con il quale Brebbia aveva contatti epistolari.

4 La pellicola comprende una prima parte che antecede il titolo che non sembra essere un tutt’uno con il resto del film. Sono state convertite in DVD due versioni, una che parte dal 7,26° minuto e che esclude questa prima parte. In realtà l’Autore specifica che la durata del film è di 15’.

5 Lo Studio di Monte Olimpino, Laboratorio di cinema di ricerca, nasce nel 1962, nella località omonima, vicino Como, per iniziativa di Bruno Munari e Marcello Piccardo.

6 Il Giorno del lunedì- Milano - 14 ottobre 1968- Anno XIII – N. 40.

7 Zambella era una località di Varese, dove spesso artisti dell’epoca si ritrovavano.

8 Nel 1969 Silvano Colombo era direttore del Civico Museo di Villa Mirabello del Comune di Varese.

9 Sandro Uboldi, pittore di Varese.

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